“Spesso mi capita di osservare dei luoghi all’aria aperta e pensare senza accorgermene che sarebbero perfetti per un’azione militare. Mentre una persona normale guarda un paesaggio e pensa alla bellezza della natura, io, contro la mia volontà, mi accorgo di valutare dove si potrebbe mettere la mitragliatrice.”
“It often happens to meto observe places in the open air and think without realizing that they would be perfect for military action. Whereas a normal person looks at a landscape and thinks about the beauty of nature, I, against my will, I realize to evaluate where the machine gun could be placed. “
Nicolai Lilin
Nei precedenti post Long-Lost friend avevamo spiegato che questi disegni sono presi da giochi della playstation. Questo non perché pensiamo che la realtà e il gioco siano equivalenti e che si possa scambiare l’uno per l’altro, nonostante tutto ciò che si può pensare sulla percezione come atto creativo e sul reale come illusione, ma perché per il nostro piccolo lavoro, per le sue intenzioni formali, il medium per ora usato è effettivamente così.
Non tanto, per noi, la realtà che si confonde con la virtualità negli occhi dell’osservatore, ma l’osservatore stesso che potrebbe essere sostituito da qualcosa d’altro o essere a tal punto modificato rispetto anche a non molto tempo fa da essere effettivamente un altro.
O di tendere a diventare altro.
Approfondiremo, ma già ne abbiamo a lungo parlato nei precedenti post, in particolare nelle interviste.
Intanto potete indovinare qual è l’unico dei 3 sfondi (non paesaggi) che seguono ripreso dal vero.
In previous posts Long-Lost friend, we had explained that these drawings are taken from playstation games. This is not because we think that reality and the game are equivalent and that we can exchange one for the other, despite all that we can think about perception as a creative act and about reality as an illusion, but for our little work, For his formal intentions, the medium used is actually so.
Not so much because, for us, the reality that is confused with the Virtuality in the eyes of the observer, but the observer himself could be replaced by something else or be so modified compared to even not long ago to be actually someone else.
Or to tend to become something else.
We will deepen, but we have already talked about it at length in previous posts, in particular in the interviews. Meanwhile, you can guess which is the only one of the 3 backgrounds (not landscapes) that follow taken from the real.
right
centre II
centre II
left
Mi scuso se invece di concentrarmi sull’esperimento, mi sono fatto prendere dalla citazione di Lilin che, non so perché, mi ha evocato il tetto di un college inglese in un film del 1968, che probabilmente solo un reduce come me ricorda.
Ma questo, forse, è materia da psicanalisi.
Passando alla domanda, direi la terza: right.
Che film?